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Il picramato di sodio nell'henné

PICRAMIC ACID

Sodium picramate.svg

Oggi siamo qui a parlare di un’argomento che nasce come semplice voce di un’articolo, ma di cui vi molto da diffondere e che quindi ha richiesto uno spazio tutto suo!
Il titolo parla chiaro e sicuramente ne avrete già sentito parlare, ma siete sicuri di avere le idee ben chiare sull’argomento?



COS'È?  

Il picramato di sodio (sodium picramate) è un colorante sintetico di colore rosso spesso addizionato alla polvere di henné. Viene usato per ottenere colorazioni più intense rispetto a quelle ottenibili con pura Lawsonia inermis (unico vero e proprio henné), per annullare i tempi di ossidazione e accelerare la posa necessari per il rilascio del pigmento, ma soprattutto per freddare in breve tempo il tono.
Viene in genere addizionato a polvere di Lawsonia dal basso potere tintorio, o di scarsa qualità, ma lo si può trovare anche in henné di qualità, destinati anche ai saloni di bellezza (poiché appunto aiuterebbe a diminuire i tempi di posa della pastella). 
È riconoscibile all’interno dell’INCI come sodium picramate, picramic acid, picramato di sodio. 



È SICURO?

Sebbene sia una sostanza non biodegradabile, ma al contrario altamente inquinante, secondo uno studio tossicologico la percentuale dello 0,1% di picramato di sodio in una tintura per capelli risulta non tossica (ma potrebbe comunque dare allergia o irritazione su soggetti predisposti), mentre allo 0,2% potrebbero aversi delle reazioni cutanee. Un ulteriore studio sulle tinture allo 0.1% di picramato di sodio, le indica come non teratogene, tuttavia precauzionalmente ne si sconsiglia l'uso durante la gravidanza e l'allattamento.

Si è espressa in merito anche la Commissione Europea - European Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS) che fa emergere da uno studio, citando, “sulla base dei dati forniti, si ritiene che l’uso del sodio picramato con in tinture per capelli in una concentrazione massima del 0,6% non rappresenta un rischio per la salute del consumatore”.

La Normativa Europea Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009, sui prodotti cosmetici, numero di riferimento 222, lett b) Ambito “Coloranti non di ossidazione per tinture per capelli” prescrive invece una concentrazione massima nei preparati pronti per l’uso del 2% (obbligatoriamente segnata nell’INCI).

I prodotti europei, dunque dovrebbero rispettare i dosaggi permessi dalle legge, mentre di contro non c'è alcuna certezza per prodotti esteri dove le leggi in merito sono non conformi a quelle europee. 



FA MALE AI CAPELLI?

L’henné con picramato non contribuisce al danneggiamento della chioma, semmai può essere controproducente in caso siate spesso soggetti al “cambio di look”.

Entrando nello specifico l’henné con picramato viene consigliato a chi vorrebbe provare l’henné potendo tornare indietro. Questo perché, come vedremo poco più avanti, la Lawsonia cui viene addizionato il picramato di sodio scarica nei lavaggi successivi quasi a diventare impercettibile sulle basi più scure e più facile da camuffare su quelle chiare.

Purtroppo però la medaglia ha sempre due facce, se da un lato l’henné con picramato scarica in fretta e aggrappa meno al capello, dall’altro lato vi è comunque quel poco di Lawsonia che ha aggrappato. Come se ciò non fosse abbastanza il picramato permane sul capello e potrebbe dare reazione anche a distanza di tempo, compromettendo le future tinte o decolorazioni portando ad una colorazione verdastra (proprio come accade con l’Indigo). 



COME RICONOSCERNE LA PRESENZA?

Come abbiamo appurato il picramato di sodio è riconoscibile all’interno dell’INCI come sodium picramate o acid picramic. Ma abbiamo purtroppo appurato con gli anni che non sempre i produttori sono trasparenti ed eticamente corretti. Ecco quindi come riconoscere e saper trattare un henné contenente picramato.

Una polvere non pura, cui è stato addizionato tale colorante una volta miscelata con acqua virerà nell’immediato a tonalità marroni tendenti al rosso mattone o ciliegia. Questo poiché, a differenza della Lawsonia che necessita di ossidazione, il colorante sintetico sprigiona fin da subito colore. A prova di ciò, è possibile vedere come questo henné tingerà nell’immediato. Ciò, ovviamente, non accade anche con sola pura Lawsonia, come mostra l'immagine.

Di conseguenza, essendo una colorazione data più dal colorante sintetico che dalla molecola tintoria dell'henné (cui ricordiamo il nome è Lawsone) avrà breve durata. Proprio come si può evincere dall'immagine sottostante (ancora una volta ringraziamo Maura, meglio conosciuta come HennaChannel per i suoi utili ed interessanti test!). 





COME TRATTARE UN HENNÉ CON PICRAMATO?

L'henné con picramato si comporta diversamente dall'henné puro, esso va preparato esclusivamente con strumenti in legno , ceramica, vetro o plastica, poiché i metalli contenuti negli utensili (ricordiamo fatta eccezione per l'acciaio Inox) potrebbero fare reazione col picramato. Inoltre, come abbiamo visto, gli henné cui viene addizionato il picramato di sodio non necessita di ossidazione e permette una posa minima di 40-60 minuti fino ad una massima consigliata di 2h.
Sebbene possa fare gola c'è da ricordare che il picramato è  anche altamente inquinante e con ciò crediamo di aver detto quanto basta

Poiché però ognuno ha libero arbitrio sulle proprie scelte con questo articolo ci auguriamo quindi che facciate un uso corretto e consapevole degli henné contenenti picramato di sodio!









Commenti

  1. Ciao siamo i titolari di parrucchiere veganok di torino in via alla parrocchia 4 abbiamo notato che non c è la pagina fb con il quale contattarci .la nostra pagina si chiama Lilly&Simo grazie per averci inserito nella vs lista di parrucchieri bio buona serata Lilly&Simo

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