L'HENNÉ
Con il nome comune henna, o col prestito linguistico francese henné si intende esclusivamente una sola pianta: la Lawsonia Inermis, nome con il quale sarà identificabile all’interno dell’INCI.
Questa pianta deve il nome botanico a Linneo, che volle dedicarla al medico inglese John Lawson -che la notò in uno dei suoi viaggi descrivendola in un libro pubblicato a Londra nel 1709-, ma il termine italiano “henna” come anche il corrispondente francese “henné” sono più recenti ed infatti sono entrati nella lingua italiana nel XVI secolo e derivano tutti dall'arabo “al hanna”, di origine persiana. Mentre in Hindi viene chiamata “Mehandi”.
Di questa pianta viene utilizzata ogni parte e in più ambiti, ciononostante ad interessarci maggiormente per sono le sue foglie. Da esse una volta sottoposte ad essiccazione e macinate finemente si ricava una polvere giallo-verdastra utilizzata come colorante su tessuti, pelli e capelli in virtù del suo potere tintorio dato dalla molecola colorante Lawsone (situata nelle foglie della pianta) in grado di creare un legame permanente con la cheratina che compone il capello.

Ecco perchè -oltre alla soggettività- non tutte le polveri in commercio tingono il capello dando gli stessi risultati.
Oltre a ciò in funzione della composizione la tonalità varia: le foglie rilasciano un colore rosso intenso (dal tono caldo al tono freddo), mentre i rami reperibili raramente e per lo più nei mix castani o neri un colore che vira al marrone.
In Nordafrica e India viene usata per tatuaggi temporanei (Mehndi) su mani e piedi nei matrimoni e altri riti religiosi o per la tintura dei capelli.

Nell'islam la polvere di henné è consigliata anche per gli uomini per tingere barba e baffi.
Viene utilizzato in virtù delle sue proprietà antimicotiche e astringenti ed antiossidanti.
È anche utilizzato contro infiammazioni e impurità della pelle. Nella cura dei capelli è un ottimo alleato contro forfora poiché seboregolatore.
...NON SOLO LAWSONIA
Sebbene si sia appena appurato che il termine “henné” indica esclusivamente la Lawsonia Inermis/Alba, in grado di tingere di rosso caldo o rosso freddo, è possibile imbattersi in nuace chiare e scure che presentano la dicitura “henné neutro, biondo, nero" o addirittura "castano", ma come è possibile?
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Pura polvere di henné venduta sfusa |
Vediamo dunque nello specifico da cosa sono composti questi cosiddetti “henné”:
"L’Henné neutro"
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Ziziphus spina Christi |
Più correttamente si tratta Sidr (Ziziphus spina Christi, Ziziphus lotus o Ziziphus jujuba) in quanto non rilascia alcun pigmento. Tuttavia più spesso sotto questo nome è possibile identificare nell'INCI la Cassia (riconoscibile come Cassia obovata, Cassia Italica, oppure Cassia Auriculata o ancora Cassia Angustifolia). Impropriamente definita neutra, questo perché incolore su basi scure in quanto blanda come colorazione, ma in grado di donare riflessi dorati su capelli chiari, quindi in caso vi siate imbattuti nella Cassia è sempre bene fare una prova su di una ciocca nascosta per assicurarsi che sia incolore sulla vostra base prima di procedere con l'applicazione su tutta la chioma.
"L’henné biondo"
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Cassia Obovata |
bassa percentuale di hennè (Lawsonia Inermis) o ancora Indigo (Indigofera tinctoria) e Mallo di noce (Juglans Regia).
Pertanto è sempre meglio controllare l'INCI al fine di non sbagliare prodotto, ma soprattutto testare la colorazione su di una ciocca nascosta, sebbene tali miscele siano studiate per ottenere una determinata tonalità indipendentemente dalle singole erbe presenti.
"L’henné nero"
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Indigofera tinctoria |
Da evitare assolutamente henné contenenti PPD!
"L’hennè castano"
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Buxus Dioca (Katam) |
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Juglans Regia L. (Mallo di Noce) |
La combinazione di queste erbe consente di ottenere una colorazione più duratura con l'aumentare delle pose, ed eventualmente sempre più scura in base alla nuance scelta.
ATTENZIONE!
Come sappiamo però solo la Lawsonia Inermis, l'unico vero e proprio henné, è in grado di legare alla cheratina del capello permanentemente, mentre la colorazione delle altre erbe tintorie è temporanea. Esse poggeranno sopra il capello approfittando -dove possibile- della Lawsonia utilizzata come fissante su cui aggrappare per dare una colorazione più duratura, o del Sidr in caso di miscele che non richiedano la Lawsonia Inermis (henné).
Inoltre, come dovremmo sapere, l'henné e le erbe tintorie non penetrano nel capello per togliervi melanina, ma lo avvolgono -apportando numerosi benefici- colorando tono su tono.
Per darvi un esempio concreto della colorazione cosiddetta "tono su tono" delle erbe tintorie, e dell'henné, portiamo alla vostra attenzione la tabella colori appositamente creata dall’azienda Khadí!
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