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Henné: facciamo chiarezza!

L'HENNÉ


Con il nome comune henna, o col prestito linguistico francese henné si intende esclusivamente una sola pianta: la Lawsonia Inermis, nome con il quale sarà identificabile all’interno dell’INCI.

Questa pianta deve il nome botanico a Linneo, che volle dedicarla al medico inglese John Lawson -che la notò in uno dei suoi viaggi descrivendola in un libro pubblicato a Londra nel 1709-, ma il termine italiano “henna” come anche il corrispondente francese “henné” sono più recenti ed infatti sono entrati nella lingua italiana nel XVI secolo e derivano tutti dall'arabo “al hanna”, di origine persiana. Mentre in Hindi viene chiamata “Mehandi”. 

Si tratta di un frutice spinoso della famiglia delle Lythraceae, di cui costituisce l’unica specie. Prende il nome di Lawsonia Alba quando presenta profumati fiori bianco rosa, che ne terminano il termine; corrisponde invece a Lawsonia Inermis quando l’arbusto è privo di spine. Originaria dell’Asia minore, Nordafrica, Iran ed India occidentale, la specie è stata coltivata in tutte le regioni subtropicali del bacino del Mediterraneo orientale. Mentre ad oggi è diffusa nei Paesi arabi e la sua coltivazione interessa anche Cina e Florida!

Di questa pianta viene utilizzata ogni parte e in più ambiti, ciononostante ad interessarci maggiormente per sono le sue foglie. Da esse una volta sottoposte ad essiccazione e macinate finemente si ricava una polvere giallo-verdastra utilizzata come colorante su tessuti, pelli e capelli in virtù del suo potere tintorio dato dalla molecola colorante Lawsone (situata nelle foglie della pianta) in grado di creare un legame permanente con la cheratina che compone il capello.

Questa sostanza consente sfumature particolari e di grande effetto in base alla provenienza, periodo di raccolta, ed ancora in base alla preparazione ed alla temperatura esterna cui sottoponiamo il nostro henné durante la preparazione. 
Ecco perchè -oltre alla soggettività- non tutte le polveri in commercio tingono il capello dando gli stessi risultati. 
Oltre a ciò in funzione della composizione la tonalità varia: le foglie rilasciano un colore rosso intenso (dal tono caldo al tono freddo), mentre i rami reperibili raramente e per lo più nei mix castani o neri un colore che vira al marrone. 

La sua capacità tintoria e le proprietà che apporta sono conosciute sin dall'antichità, soprattutto nella sua zona d'origine, il Medio Oriente (Mesopotamia e antico Egitto). La conoscenza delle proprietà coloranti e antisettiche risale a tempi antichissimi; se ne trovano tracce fin nelle mummie egiziane. Tuttora si presta a diversi impieghi! 
In Nordafrica e India viene usata per tatuaggi temporanei (Mehndi) su mani e piedi nei matrimoni e altri riti religiosi o per la tintura dei capelli.

Nell'islam la polvere di henné è consigliata anche per gli uomini per tingere barba e baffi. 
Viene utilizzato in virtù delle sue proprietà antimicotiche e astringenti ed antiossidanti.
È anche utilizzato contro infiammazioni e impurità della pelle.  Nella cura dei capelli è un ottimo alleato contro forfora poiché seboregolatore. 



...NON SOLO LAWSONIA

Sebbene si sia appena appurato che il termine “henné” indica esclusivamente la Lawsonia Inermis/Alba, in grado di tingere di rosso caldo o rosso freddo, è possibile imbattersi in nuace chiare e scure che presentano la dicitura “henné neutro, biondo, nero" o addirittura "castano", ma come è possibile?

Pura polvere di henné venduta sfusa
In realtà si tratta di miscele di più erbe tintorie (ed eventualmente una bassa percentuale di Lawsonia) in grado di donare le determinate tonalità da cui predoni il nome. L'utilizzo improprio del termine henné è entrato nell'uso comune come semplificazione commerciale, volta a dare un'indicazione esplicativa della colorazione che andremo ad ottenere, ma è bene precisare che è da evitare poiché del tutto scorretto e confusionario!
Vediamo dunque nello specifico da cosa sono composti questi cosiddetti “henné”: 


"L’Henné neutro"

Ziziphus spina Christi
Questa miscela viene impiegata come impacco rinforzante senza alterare il colore dei capelli! 
Più correttamente si tratta Sidr (Ziziphus spina Christi, Ziziphus lotus o Ziziphus jujuba) in quanto non rilascia alcun pigmento. Tuttavia più spesso sotto questo nome è possibile identificare nell'INCI la Cassia (riconoscibile come Cassia obovata, Cassia Italica, oppure Cassia Auriculata o ancora Cassia Angustifolia). Impropriamente definita neutra, questo perché incolore su basi scure in quanto blanda come colorazione, ma in grado di donare riflessi dorati su capelli chiari, quindi in caso vi siate imbattuti nella Cassia è sempre bene fare una prova su di una ciocca nascosta per assicurarsi che sia incolore sulla vostra base prima di procedere con l'applicazione su tutta la chioma.


"L’henné biondo"


Cassia Obovata
Viene impiegato come impacco per rinforzare i capelli ed intensificarne il colore! Si ottiene dalla miscelazione di Cassia e altre erbe tintorie tra le quali: Curcuma (Curcuma Longa), Camomilla (Matricaria Chamomilla o Matricaria Recutita), Rabarbaro (Rheum Palmatum o Rheum officinale), Crespino (Berberis vulgaris), Cannella (Cinnamomum verum), Rosmarino (Rosmarinus officinalis) e talvolta anche una

bassa percentuale di hennè (Lawsonia Inermis) o ancora Indigo (Indigofera tinctoria) e Mallo di noce (Juglans Regia).
Pertanto è sempre meglio controllare l'INCI al fine di non sbagliare prodotto, ma soprattutto testare la colorazione su di una ciocca nascosta, sebbene tali miscele siano studiate per ottenere una determinata tonalità indipendentemente dalle singole erbe presenti. 


"L’henné nero"

Indigofera tinctoria
Si tratta di Indigo, un erba tintoria che si ottiene dalla fermentazione delle foglie essicate  dell’Indigofera tinctoria in grado di donare una colorazione (in realtà blu) nera intesa o dai riflessi violacei o bluastri in base alla preparazione! È spesso miscelato con l’hennè in proporzioni variabili e talvolta vi è presente anche il Guado (Isatis tinctoria) che ne accentua il riflesso zaffiro! La Lawsonia in combinazione con l'Indigo consente di ottenere una colorazione scura e più duratura, sempre più tendente al nero con l'aumentare delle pose. L'Indigo è inoltre ottimo per contrastare la forfora, lucidare e donare volume al capello!
Da evitare assolutamente henné contenenti PPD! 


"L’hennè castano"

Buxus Dioca (Katam)
Si ottiene dalla miscela di Mallo di noce (Juglas Regia), Katam (Buxus Dioica), Indigo ed è spesso miscelato con l’hennè -che ne consente la presa- ed eventualmente altre erbe tintorie! 
Juglans Regia L. (Mallo di Noce)
Le miscele contenenti Mallo di noce donano generalmente un castano chiaro, tendente al caldo, mente le miscele contenenti Katam donano un castano più scuro e freddo.
La combinazione di queste erbe consente di ottenere una colorazione più duratura con l'aumentare delle pose, ed eventualmente sempre più scura in base alla nuance scelta. 


ATTENZIONE!


Come sappiamo però solo la Lawsonia Inermis, l'unico vero e proprio henné, è in grado di legare alla cheratina del capello permanentemente, mentre la colorazione delle altre erbe tintorie è temporanea. Esse poggeranno sopra il capello approfittando -dove possibile- della Lawsonia utilizzata come fissante su cui aggrappare per dare una colorazione più duratura, o del Sidr in caso di miscele che non richiedano la Lawsonia Inermis (henné).
Inoltre, come dovremmo sapere, l'henné e le erbe tintorie non penetrano nel capello per togliervi melanina, ma lo avvolgono -apportando numerosi benefici- colorando tono su tono.


Per darvi un esempio concreto della colorazione cosiddetta "tono su tono" delle erbe tintorie, e dell'henné, portiamo alla vostra attenzione la tabella colori appositamente creata dall’azienda Khadí!









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